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Sostanze come benzene, xilene, formaldeide, ammoniaca e tricloroetilene sono molto comuni negli ambienti domestici. La formaldeide ad esempio è un composto chimico molto frequente nei materiali da costruzione come compensati e truciolati. E’ possibile trovarla nei mobili, nella moquette, nei tendaggi, nei rivestimenti e nei materiali per pulire gli ambienti ma anche nel fumo da tabacco e nei fornelli a gas. L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel 2004 l’ha classificata nel gruppo dei cancerogeni con cui l’uomo può entrare in contatto per inalazione.
Queste sostanze possono sprigionarsi nell’aria anche per l’utilizzo degli impianti di riscaldamento, dell’aria condizionata, di apparecchi elettrici ed elettronici, di spray, vernici, detergenti e altri prodotti chimici. I disturbi che ne derivano possono essere leggeri o diventare anche cronici dopo esposizioni prolungate. Mal di testa, vertigini, irritazione agli occhi, nausea, allergie, perdite di concentrazione, affaticamento, disturbi neurologici, difficoltà respiratorie, asma sono alcuni esempi. Contro l’inquinamento indoor le piante sono, dunque, gli alleati più naturali che si possano avere.
Nel citato studio condotto dalla NASA si raccomanda di tenere almeno una pianta ogni 10 metri quadrati. In un normale appartamento da città, dunque, si dovrebbero tenere circa una decina di piante per migliorare la salubrità dell’aria. Il dr. Bill Wolverton, autore dello studio, ha stilato una lista delle 50 piante ad uso domestico più efficaci nel ripulire l’aria. La lista è composta in ordine dall’areca palmata, la più efficace di tutte, alla Kalanchoe, la meno efficace.
Queste che proponiamo di seguito sono le prime quindici piante presenti nella lista:
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