Maurizio Pesenti

Real Estate & business Coach

L’indebitamento delle famiglie italiane.

Secondo la ventinovesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, il debito delle famiglie italiane si mantiene ben al di sotto della media europea, con un rapporto rispetto al reddito disponibile che si è attestato nel primo semestre 2010 al 65%, contro il 97% a marzo 2010 per la media dell’area Euro e il 155% Del Regno Unito nel 2009.

L’andamento dei mutui immobiliari
Invertendo un trend di contrazione in atto dal 2007, nel primo semestre 2010 tornano a crescere (+12,1%) le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici che hanno privilegiato l’acquisto di abitazioni come forma alternativa di investimento, spinte dai bassi tassi di interesse. Percorso di ripresa che è proseguito nel corso del terzo trimestre dell’anno, portando l’incremento al +14,6% nei primi nove mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009.
Prosegue anche l’espansione dei mutui per costruzione e ristrutturazione dell’abitazione, di surrogazione e di sostituzione, che nel primo semestre 2010 arrivano a rappresentare circa un terzo della produzione (31% dei volumi erogati, contro il 28% del 2009) e mostrano una crescita dei flussi finanziati rispetto allo stesso periodo del 2009 pari al +21,4%. La buona performance di questa tipologia di mutui è continuata nel terzo trimestre 2010 (+17,1% nei primi nove mesi del 2010).
Dall’analisi dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia risulta che, nel primo semestre 2010, si è riavviata, anche se lentamente, la ricomposizione dei mutui verso importi e durate contrattuali maggiori, con le classi principali che risultano essere rispettivamente quella relativa ad importi compresi tra 101 e 200 mila euro, e quella di durata superiore a 26 anni, dovuta in buona misura alla ripresa dei mutui per acquisto che generalmente hanno valori e durate maggiori rispetto agli altri mutui. Il permanere di un atteggiamento di cautela nelle politiche di offerta e nei comportamenti delle famiglie è testimoniato dalla quota di mutui con Loan to Value ratio oltre l’80% dell’immobile finanziato, che si conferma al 5% dei flussi totali, rispetto alla quota dell’11% raggiunta prima della crisi.
Infine, i dati del primo semestre 2010 evidenziano il ritorno della preferenza da parte delle famiglie per il tasso variabile: i mutui indicizzati, infatti, arrivano a sfiorare i tre quarti delle erogazioni (73% dei flussi erogati complessivi), mentre nel 2009 rappresentavano circa la metà del totale (48%). Questo trend è dovuto ai livelli molto bassi dei tassi di riferimento, in particolare alla maggiore riduzione dei tassi variabili rispetto al tasso fisso, ma anche al diffondersi sul mercato dei mutui con cap, contratti a tasso variabile indicizzato con un limite massimo all’innalzamento dei tassi di interesse, che consentono ai mutuatari di contenere il rischio di futura incapacità a sostenere il pagamento della rata, nell’ipotesi di eventuali forti aumenti dei tassi.
Prosegue il ritorno verso le erogazioni dirette di mutui tramite gli sportelli bancari tradizionali che, rivolgendosi a una clientela con rischiosità più contenuta, veicolano il 72% dei flussi erogati nei primi nove mesi del 2010.

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