Maurizio Pesenti

Real Estate & business Coach

Agenti immobiliari & mercato.

Tra l’8 gennaio e il 12 febbraio 2010 si sono svolte le interviste del Sondaggio congiunturale presso gli agenti immobiliari sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto congiuntamente da Banca d’Italia e Tecnoborsa. Hanno partecipato 921 agenti, che hanno fornito informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (ottobre–dicembre 2009), nonché sulle prospettive del settore.
Ecco i principali risultati. Nel quarto trimestre del 2009 è proseguito il calo della quota di agenti che segnalano una diminuzione dei prezzi, scesa al 45,4 per cento, dal 61,4 rilevato all’inizio dell’anno. Nello stesso periodo si è ampliata la quota di coloro che ne riscontrano una stabilità, che per la seconda volta consecutiva si colloca sopra il 50 per cento (rispetto a 37,1 per cento registrato per il primo trimestre 2009. Nel complesso, il saldo negativo tra le percentuali di risposte “in aumento” e “in diminuzione” si è ulteriormente ridotto (–43,2 per cento contro –59,9 di inizio anno). Le opinioni al ribasso si confermano prevalenti nelle regioni del Sud e del Nord Est, mentre sono scese intorno al 40 per cento in quelle del Nord Ovest e del Centro.
Numero di compravendite
La quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è salita intorno al 69 per cento, il valore più alto dall’inizio delle rilevazioni nel dicembre 2008. Il numero totale di compravendite effettuate mediante intermediazione avrebbe segnato un recupero, soprattutto nelle aree urbane localizzate nel Nord Ovest e al Centro, dove più decisa è stata l’attenuazione delle tendenze al ribasso delle quotazioni.
Incarichi a vendere
Si è intensificata la riduzione del saldo tra le percentuali di risposte che segnalano l’aumento o la diminuzione congiunturale delle giacenze di incarichi a vendere, sceso a 12,7 punti percentuali da 22,6 nella precedente rilevazione. Il flusso di nuovi mandati è risultato stabile per il 46,1 per cento degli operatori (42,9 nelle rilevazione precedente), mentre il saldo tra le indicazioni di aumento e di diminuzione si è ridotto a 4,5 punti percentuali (da 13,1).

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